Le braciole/braciolette/braciolettine (e chissà ancora quanti nomi sono stati associati) sono il mitico piatto tipico della cucina siciliana ma più propriamente messinese in quanto possiamo sostenere con affermata convinzione che solo nella città di Messina la ricetta è rimasta pressocchè immutata nel tempo e fedele alla versione originale.
Il primo elemento di profonda e infinita discussione riguarda sicuramente il nome di questo tipico prodotto: è il caso di ricordare che il termine “braciole” ha una sua validità storica in quanto era associato al tipo di cottura (alla brace appunto) utilizzata per il consumo. Tuttavia a questo antico nome vengono associati altri tra i quali “involtini” per renderne più facile la comprensione ai forestieri: infatti con il termine braciola al nord si intende la bistecca, quindi spesso il turista nordico confonde i due prodotti.
Sebbene sia un piatto tipico siciliano, le braciole furono portate a conoscenza al popolo siculo dagli spagnoli nel XVI secolo: leggende raccontano che la regina Giovanna di Spagna (detta “la folle”) ne fosse ghiottissima tanto da avere assunto a corte una decina di cuochi arruolati esclusivamente per la preparazione delle “braciole della regina”; fu proprio uno di questi cuochi (nonchè amante della regina) a portare la ricetta dell’involtino sull’isola, dovendo fuggire in fretta dalla furia di Carlo d’Asburgo (nipote di Giovanna e legittimo erede al trono di Spagna), sconvolto dalla notizia della relazione segreta della madre con un semplice cuoco.
Sbarcata nella città di Messina, la ricetta riscosse entusiasmo nel popolo, e chiunque assaggiasse le braciole rimaneva deliziato dal gusto e dalla forma. In poco tempo la ricetta divenne parte integrante della tradizione culinaria della città, seppur con una adeguata personalizzazione che risiede senza ombra di dubbio nel ripieno e in particolare nella “mollica condita”.
Oggi le braciole possono essere gustate in disparate varianti ma anche in questo caso ci sentiamo di sostenere con grande forza che la città di Messina ha fatto propria questa ricetta e che dunque le versioni più tradizionali si possono gustare in questa area geografica; le due versioni classiche sono sicuramente quella senza panatura esterna e con solo mollica condita all’interno (ideale per una cottura nel sugo o al forno) e quella con panatura esterna e aggiunta di formaggio siciliano all’interno in aggiunta alla mollica condita (quest’ultima più apprezzata per una cottura alla brace ma si presta benissimo anche per la cottura in forno).